Siamo ormai in chiara emergenza. Definiamo emergenza ogni situazione in cui è necessario ricorrere all’attivazione di risorse personali e/o sociali di soccorso fuori dall’ordinario. Tali occasioni, in quanto eventi stressanti e inaspettati in cui si vivono esperienze destabilizzanti, fanno sperimentare alle persone uno stato di allarme. Le modalità di reazione allo stress sono molteplici e possono amplificarsi col trascorrere del tempo ancor più se l’evento permane o si amplifica. Affinché la paura non si trasformi in panico, il consiglio Nazionale dell’ Ordine degli Psicologi ha emanato un Vademecum. Il panico non è più un’emozione utile, ma potrebbe farci commettere errori per noi stessi e per chi ci sta accanto. Ancor più importante gestire le nostre emozioni se, vicino a noi ci sono dei bambini. Ecco come gestire le comunicazioni ai bambini e ai ragazzi nel modo più corretto.
La prima cosa da evitare è che rimangano soli davanti alla TV o altri mezzi di informazione, compreso internet, a raccogliere informazioni circa il Covid-19: la sovraesposizione potrebbe attivare stress e panico, poi difficilmente gestibili. Meglio scegliere uno o due momenti della giornata in cui condividere con loro le informazioni, ben selezionate. È bene che queste informazioni provengano sempre dalle fonti ufficiali, perché altre fonti potrebbero distorcere la corretta percezione degli eventi e instaurare panico o, al contrario, sottostima delle cose. Altra cosa molto importante è che si presti la massima attenzione anche quando sono gli adulti a parlare tra di loro. I bambini potrebbero ascoltare le conversazioni, anche se sembrano impegnati in altro. Per questo è bene che il tono e gli atteggiamenti degli adulti siano rassicuranti. I bambini colgono sempre gli stati emotivi dei grandi.
Comunicare in modo adeguato con loro significa, innanzitutto, ascoltarli, cercare di capire quello che realmente stanno pensando e provando di fronte all’evento e quali sono i suoi reali interrogativi e rispondere loro con un linguaggio adeguato alla loro età, lasciando che possano esprimere le proprie emozioni e preoccupazioni. Anche le paure sono funzionali alla crescita dei bambini, in quanto autoprotettive, ma dobbiamo insegnargli a gestirle. Per questo motivo è molto importante prestare attenzione ai cambiamenti emotivi dei bambini. Questi cambiamenti possono avvenire sia attraverso la comunicazione verbale, ma più facilmente attraverso cambiamenti nell’alimentazione, nel sonno, nella concentrazione, nell’umore. Possono comparire anche disturbi fisici. Dobbiamo incentivare il bambino ad esperire le proprie emozioni, attraverso il disegno, o il gioco, facendoci poi raccontare quello che hanno disegnato o partecipando al loro gioco. Attraverso il gioco, simulando la realtà è più facile per i bambini attivare la propria creatività, che gli permette di riadattarsi nei momenti di cambiamento e apprendere cose nuove, come, ad esempio, imparare le nuove direttive ministeriali che li riguardano.
I ragazzi più grandi, invece, attingono in maniera più autonoma le informazioni, ma hanno sempre bisogno di essere ascoltati, di affetto, di comprensione, da parte degli adulti, per permettergli di continuare a rispettare le giuste indicazioni che sono state date dal governo. Bambini e adolescenti hanno bisogno di sentire che sono al sicuro. Bisogna trovare il tempo di fare qualcosa insieme: leggere, fare qualche gioco da tavolo o vedere un film insieme. È bene far mantenere loro un ritmo adeguato, dosando lavoro scolastico e gioco, mantenendo orari di sonno-veglia costanti. Potrebbe essere anche una buona cosa organizzare qualche videochiamata con compagni e amici.